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Verno. | 83 |
Non discende rugiada or più gradita
Dal Ciel la sera, e i mattutini fiori
Non spargon più gli odori a darci ajta.
Non più ricchi profumi dan ristori
70Ne’ fertil campi; nè l’erbette olenti
Spiran d’Incenso i lor nativi odori.
I balsamici zefiri, tacenti
Dopo la morte sua, d’esser cessato
Un più dolce respir, forman lamenti.
75L’aurea merce lor an pur sprezzato
Le pecchie industri, che anco il dolce umore,
Morta la bella Dafni, è reso ingrato.
Il rondine non più alle stess’ore,
Che Dafni canta, rimarrà, sospesi
80I vanni in mezzo all’aria ascoltatore.
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