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Verno. | 81 |
Natura a che ci diè beltà sì rare?
Se non lice mai più beltade eletta,
Morta la bella Dafni, qui trovare?
Per lei lascian le greggi dell’erbetta
55Il verde cibo, nè ’l chiaro ruscello
L’assetate giovenche più diletta.
I bei cigni d’argento il fato fello
Piangon di lei con canto più dolente;
Che quando il lor destin piangon con quello.
60Ne’ cavi spechi il dolce Ecco silente
Giace; silente, o sol di replicare
Il bel nome di lei, mesto si sente.
Quel Nom, che già diletto d’insegnare
Ebbe alle sponde; ora che Dafni è gita,
65Il diletto è converso in doglie amare.
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