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Autunno. | 67 |
Se da’ pastor mi voglio allontanare
Da’ greggi, e prati; Non mi si disdice
Pastori, e greggi, e prati abbandonare.
Ogni consorzio uman lasciar mi lice
E ’l mondo tutto ancor. Amor, ahi pene!
D’abbandonar non mai sarò felice.
Or ti conosco Amor sin nelle vene;
Crudele! come il mare tempestoso,
Più feroce che Tigri in Libie arene!
Fosti svelto dal rio ventre focoso
D’Etna, poi dato fra tempeste, e venti
D’onde col tuon veniste aspro e penoso.
Deh risonate, monti, i lai dolenti.
Addio! voi selve, addio! luce del giorno
Ch’un salto da quel monte a’ miei tormenti
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