O tu, che dalle Nove unit’ ottieni
Di Plauto il brio, e l’arte di Terenzio,
E insiem il foco del divin Menandro;
Il cui saver s’insegna, e ’l gusto alletta,
E ’l cui giudizio ne comanda; e ’l cui
Spirto ci rende ai ben oprar ferventi;
O tu nell’arte di natura esperto!
Deh! volgi il guardo a cor di pastorelli
A passioni senz’arte, a pene innate.
Già tramontando Febo i raggi fulgidi
Spargea sereno, e le fioccose nuvole
Eran vergate di lucente porpora,
Allor ch’Ila canoro con melodici
Piant’ insegnava l’aspre nocche a gemere,
E facea monti ancor sciogliers’ in lagrime.