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passione. La quale è anzi recata quì al più alto grado, senza però che mai ella oltrepassi i confini del vero. Credibili, quanto è a noi, ne sono tutti i particolari: evidenti le dipinture: ardentissimo il sentimento. Quell’aura occulta, che or ti consola col soave suo fiato, or ti trasporta in arcane visioni, vi spira per entro con un effetto maraviglioso. Il contrasto fra la Grazia celeste e l’Amore terreno vi è pennelleggiato con un vigore e artificio straordinario, a fine di render più luminoso il trionfo di quella. E il bollore e il delirio della passione sono spinti ivi quasi al massimo segno, all’oggetto di preparare il cuor de’ leggenti al prodigio che si dee da ultimo operar dalla Grazia. Si può in somma conchiudere, che in questo Carme, uscito dalla penna di quel generoso Britanno, sia lumeggiata dal Genio tuttaquanta l’istoria di Eloisa e di Abelardo, e insieme quella del cuore umano, ridotto alla condizione in cui si trovarono que’ due Sventurati. La fantasia entra quì come coadjutrice dell’ingegno: e l’ingegno si adopra come a fare spiccar maggiormente la ragione e la filosofia. Ogni verso contiene un’imagine: ed ogni imagine si accorda sì bene con la qualità degli affetti, che il cuore si trova talvolta sovrappreso da un tumulto che per se stesso non vale ad acquetare. Se non che questo è poi soavemente dissi-