Penda, e ti stringa ai cor. Tutto mi dona
Quanto donarmi puoi: lascia che il senso
Il più col vano imaginar si finga. -
Ah! no: con vario stil meglio mi addita 170D’altri diletti, che de’ tuoi, le norme:
D'altre bellezze gli occhi miei rallegra:
Fa che a me tutto si discopra il Cielo,
E fuggendo Abelardo, a Dio mi doni.
Deh, pensa almeno, che tua greggia è questa: 175Che di tua man piante siam noi, le figlie
Delle preghiere tue. Per te, degli anni
In sul fiorir, dall’ingannevol mondo
Fra inospite foreste ed aspri monti
Volser le meste verginelle il passo: 180Surse per te questa solinga chiostra;
Sen compiacque il deserto: e in mezzo a nudi
Campi da te fu il Paradiso aperto.
De’ paterni tesor’ gli sculti vasi
E i pavimenti di sottil lavoro 185Non qui lussureggiar l’orfano mira,
Nè argentei simulacri (ultima offerta
D’egri languenti, onde far mite il Cielo,
Di que’ doni mal pago) ornan gli altari:
Ma nudo, uníl, come a pietà si addice, 190N’è albergo e tempio: e con perpetuo metro
Sol delle laudi del Signor risona.