settimo volume de’ suoi Voyages dans les Alpes, uscito nel 1796 (Capo II. Relation abrégée d’un Voyage à la cime du Mont-Blanc en-
Pel desiderio delle cose belle,
E quale del Tamigi, e qual Germana
Ai volti mi pareano e alle favelle.
Ma io tenea così la via montana,
Che alfìn gli stanchi e curïosi piedi
Sulla nuda fermai cima sovrana.
Quinci d’un mondo intier la scena vedi
Tra il velo della nebbia che sovrasta,
Quinci di cento popoli le sedi.
Turbasi con piacer l’alma, e non basta
L’occhio, che allor per poco è chiuder forza,
Immensitade a sostener sì vasta.
Qual mutamento! La terrena scorza
Qui per l’alma svestirsi, ed ogni vile
Bassa voglia nel cor tosto s’ammorza.
Quanto avea di vulgare o di servile
Entro all’aure lasciollo impure ed ime,
E non sente che il grande ed il gentile.
Qui non giunge un mortal, che non istime
Toccar quasi col pie’ l’ultimo suolo.
L’aure quasi lambir del cielo prime:
Che nel vestibol già del natio polo
Esser non creda, e veder quinci corto
All’antica sua patria il calle e il volo.
Alfìn d’un calpestìo mi feci accorto,
Che ricondusse l’alma al primo stato.
Da quel che la rapìa, dolce trasporto:
E vidi un uom che baston lungo e armato
Di ferrea punta in man stringea: da un tetro
Sottil panno il suo volto era bendaton 1:
E molti gli venian compagni dietro,
Cui vanno empiendo questa mano e quella
Dotti strumenti di metallo e vetro:
Strumenti che trattar gode la bella
Pensierosa Sofia, quando a sè chiama
Esperienza sua fedele ancella.
Come uom che ama saper, chieder non ama,
Io stava: ed egli, che di ciò s’avvede.
Così mi tranquillò l’onesta brama.
— Dal gran monte cui nome il ghiaccio diede.
Ghiaccio ch’eterno vi biancheggia sopra,
Io primo e vincitor rivolgo il piede.
L’appuntato baston fu meco all’opra,
Onde in lubrica via non ir travolto,
E un negro velo che le guancie copra
(Ma il vel già s’era dalle guance tolto),
E gli strali invisibili sostegna,
Che la neve saetta in mezzo al volto.
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- ↑ Il signor di Saussure (N. d. P.).