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70 il volta alpinista


E il ritorno di lui atteso molto
  Discopre all’amoroso impazïente
  Sguardo da lungi a rimirar rivolto.

D’ordigno tale armata in fra la gente,
  Che stringesi a’ tuoi fianchi, immota resti,
  Poi «ecco, eccol lassù!» gridi repente,

E chiami ad osservarlo, e il tubo appresti
  Alle suore dilette, ai dolci figli,
  Con trasporto abbracciando or quelle or questi;

Con lor movi questioni e ti consigli
  Sul sperato ritorno del consorte,
  Cui aspettan tuttor nuovi perigli.

Ma dov’è la tua figlia? Avversa sorte
  Non la torria da te; ma un dolce peso,1
  Che il sen le grava, ritien l’alma forte:

Ella da’ patrî tetti il guardo inteso
  Al lontan monte, fuor che ghiacci e orrori
  Non vede, e sol di tema ha il cor compreso.

Udisse almen le grida ed i clamori
  Di gioia, e il suon de’ timpani festivi,
  Che il bel trïonfo annunzia a’ spettatori!2

«Vivi! Sossure» grida ognuno «vivi!»;
  Se’ giunto, hai vinto; or sarà ben che l’opre
  Tutte a svelare di natura arrivi.

Ma quale mai agli occhi tuoi si scopre?
  Tutto, se all’alto al basso il guardo giri,
  D’insolito color s’ammanta e copre:

In ebano cangiati ha i suoi zaffiri3
  Il cavo ciel; pur l’aureo sol più chiaro
  I rai giù piove da’ lucenti giri.

Ma che? Se a un tempo prodigo ed avaro
  Pari alla luce il caldo non dispensa
  E l’aere agghiaccia trasparente e raro?


  1. La figlia (madama Neker) trovandosi vicina al parto aveva dovuto mal suo grado trattenersi a Ginevra tutto il tempo che il resto della famiglia passò a Chamonix. (N. d. V.).
  2. Come si scoperse che Saussure toccò la cima, fa dato segno a festa nel sunnominato
    villaggio con suon di trombe e tamburi. (N. d. V.).
  3. Il color del cielo era di un color così cupo che pareva nero. (N. d. V.).