Pagina:Alessandro Volta, alpinista.djvu/73


il volta alpinista 67

Alfin su quella inaccessibil vetta
  Di Natura confin potè Sofia
  Poggiare ai fianchi di Sossure stretta;

Alfin la fronte indomita, restia
  Del gigante de l’Alpi altero vinse
  L’arte che di salir trovò la via.

Invano i fianchi d’irti scogli ei cinse
  E a l’ampie spalle feo con strane forme
  Scudo de l’onda che in cristallo strinse,

Che non può umano ardir, che mai non dorme?
  L’intrepido Sossur que’ scogli algenti
  Stampa con franco pie’ di novell’orme.

Mugghino pure la procella e i venti,
  E corona facendo all’alte rupi
  Sciolgan dall’atro crin mille torrenti,

Che piombando per balze e per dirupi
  Divelti massi, infranti scogli all’onde
  Misti travolgan giù per gli antri cupi;

Rimbombino le valli; e l’erme sponde
  Crollando, e i ponti a diroccar già presti
  Apran nuove voragini profonde;

L’eroe non teme; dopo i dì molesti,
  Dopo le nubi tempestose, un giorno
  Spunterà, che la gioia in lui ridesti.1

Apparso è il sol: ei già spïando intorno
  Qual fia men dubbio calle, ardito move
  Ad affrontare il periglioso corno

Dicea tra sè: «Pur salirò là dove
  Siede, cinta d’un vel, l’alma natura,
  E scoprirò sue belle forme nuove».

Così la strada faticosa e dura
  Tenta alleviare; e i suoi compagni incerti
  E pavidi conforta e rassicura. 2


  1. I tempi cattivi trattennero il signor di Saussure a Chamonix, villaggio situato ai piedi della montagna, ben quattro settimane, cioè dal principio di Luglio, fino al 1° di Agosto, in cui intraprese la salita per giungere alla cima il giorno 3, come avvenne. (N. d. V.)
  2. Volean questi abbandonarlo la prima sera, poichè, avvezzi a simili cose soltanto di giorno, temevano di dover soccombere al gran freddo col passare la notte su quei ghiacci. (N. d. V.).