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a lacerarlo ed infrangerlo) cominciasse a dare scoppî e ad aprire fessure e condotti alle acque, le quali, seguendo indi col rapido corso a tagliare e sprofondare quei primi letti, e con irruzioni improvvise a scavarne de’ nuovi, giunsero col lungo andare dei secoli a formare tutte quelle grandi valli che veggiamo di presente.

«Tale è il sentimento dell’istesso sig. Pfiffer, al quale ognuno di buon grado consente, qualor facciasi a considerare con attenzione il tutto e le parti di quel gran paese montuoso nel suo modello in rilievo. Dopo tutto ciò nessuno meraviglierassi che frequenti siano i viaggiatori, i quali, dalla Germania, dalla Francia e dall’Inghilterra si recano a Lucerna, e alla casa del sig. Pfiffer, ad oggetto d’essere spettatori e ammiratori della sua grand’opera, e che uno de’ più abili disegnatori di Francia sia pur venuto, due anni sono, espressamente a levarne il disegno, che inciso in rame uscirà, e forse a quest’ora è già uscito, colle stampe, e servirà a renderla più famosa. Ho accennato che la grand’opera non è ancora terminata. Essa era però, quando la vidi, già avanzata a segno che comprendeva ben 140 leghe quadrate, abbracciando l’intero lago, la città e quasi tutto il cantone di Lucerna, con parte dei cantoni aggiunti, cioè di Zug, di Schweitz, Engelberg, Underwalden alto e basso e Uri, fino alla sommità del San Gottardo.

«Per aver un’idea del materiale dell’opera, bisogna figurarsi un gran tavolo, come sarebbe un tavolo da trucco, ma assai più grande, che occupa quasi interamente una sala di mediocre grandezza; cosicchè, per aver luogo di estendersi, il sig. Pfiffer fa ora fabbricare un casino con un salone adattato. Sopra tal tavolo, che serve di base, sorgono disegnate in rilievo le montagne, i terreni, i boschi, le case, ecc, ecc. La materia principale ond’è composto è una mistura di cera cotta con segatura di legno duro. Le case sono di ferro conficcate a martello come chiodi. I boschi sono di lana coperta di cera mescolata con vischio; e tutto questo di una tale consistenza che non si può rompere senza strumenti. Le punte delle roccie sono di pietra, tagliate e scolpite nei luoghi medesimi. Ogni cosa poi ha ricevuto il proprio colore; le praterie e terre coltivate sono dipinte al naturale; le acque ed i laghi hanno una tinta cerulea; le cascate sono inargentate. Finalmente un grande ombrello, che si può calare e inchinare a volontà sopra questo gran modello, serve a spargervi l’ombra in modo che ne rappresenti, al naturale, l’oscurità della sera in que’ luoghi alpestri. L’opera tutta è divisa in varî pezzi,