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senza il sussidio di precedenti lavori, e pur dichiarandosi profano alle discipline geologiche, aveva saputo comprendere abbastanza bene la composizione petrografica e la struttura tectonica del gruppo del Gottardo, e condensare l’una e l’altra in poche righe, che paiono un sunto degli studi fatti sul Gottardo stesso sessanta anni dopo e delle idee che prevalsero fra i geologi fino a pochi lustri or sono. Certamente, dopo i progressi immensi operati dalla geo logia alpina e dopo le minuziose ricerche compiute in occasione del traforo, la costituzione geologica del gruppo di cui si parla è ben più svariata e complessa di quanto appaia dallo schizzo voltiano, nè l’asserzione generica intorno al granito come nucleo centrale dei monti più alti concorda coi rilievi geologici, che si son fatti dippoi; tuttavia insisto a dire che quello schizzo rappresenta già un progresso notevole sulle conoscenze geologiche dell’epoca, ed attesta una volta di più del grande spirito d’osservazione e dello incommensurabile ingegno dell’uomo cui dedichiamo queste righe 1.


Continuando nell’esame della Relazione, troviamo in seguito accennate le esperienze, che il Volta fece sul San Gottardo circa la salubrità dell’aria, usando all’uopo l’eudiometro del Landriani. Secondo le idee chimiche allora in voga ritenevasi che la salubrità dell’aria dipendesse dalla minore quantità dell’ipotetico flogisto in essa contenuto: ma le ricerche del Volta, siccome fondate sovra una rigorosa esperimentazione, cominciarono a scuotere questo principio, che aveva radice più nei ragionamenti astratti che nello studio della realtà. Invero sentiamo il Volta asserire che dei risultamenti ottenuti al riguardo non potevasi fare gran

  1. Ho già accennato, nelle note precedenti, alle ascensioni ed alle ricerche che il De Saussure fece durante gli anni 1775 e 1783 nel gruppo del San Gottardo, e delle quali è fornita larga notizia nel tomo VII de’ suoi Voyages dans les Alpes, il quale tomo fu stampato nel 1796. Un confronto fra la relazione sommaria del Volta ed il resoconto analitico del De Saussure dimostra la precisione e l’importanza delle nozioni dal primo fornite.
    Nello stesso anno 1775 traversò il San Gottardo il naturalista veneziano Angelo Gualandris che, per ordine del suo Governo, imprese un lungo viaggio a scopo di studio, da lui stesso descritto poi nelle Lettere odeporiche, stampate a Venezia nel 1789. Di queste lettere, alcune trattano della Svizzera, ed il passaggio del Gottardo è minutamente descritto con molte particolarità geognostiche (pag. 41 e seguenti).
    Nel 1781 fu al San Gottardo, come già accennai, il geologo Ermenegildo Pini, che pubblicò le osservazioni fattevi nella raccolta degli Opuscoli scelti di Milano, tom. IV; ma, non avendo avuto la stagione troppo favorevole, vi ritornò nel luglio del 1783. In quest’altra occasione perlustrò più attentamente quel gruppo montuoso e consegnò poi i risultati ottenuti in un volumetto di 128 pagine: Memoria mineralogica sulla montagna e contorni di San Gottardo (Milano, Marelli, 1783). In appresso stampò un Supplemento a queste osservazioni nel tomo VII degli Opuscoli scelti, 1784. Di altri minerali del San Gottardo parlò in successive memorie.