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il volta alpinista 37

perarsi e stillare che facciano sotto la sferza del sole, o per influsso di pioggie o di venti tepidi, non avviene però mai che si struggano del tutto e manchino. Son desse le ghiacciaie che visibilmente partoriscono il Ticino ed il Reuss. Io ne ho vedute le prime goccie stillanti da un muro di ghiaccio, e i primi fili serpeggianti per il muschio, pei rottami e per le fessure de’ sassi: questi fili uniti in rivoli gli ho seguiti sino ai primi ricettacoli, che sono i laghetti già più volte mentovati del San Gottardo, e di là finalmente ho visto scendere le acque più raccolte e dar principio al vero fiume. L’estensione delle ghiacciaie è vasta dietro le nominate cime dei monti, e quindi hanno origine gli altri fiumi, il Rodano, l'Aar, il Reno. Il primo dietro il monte Forca, il secondo dietro il Grimsel, e l’ultimo nel monte Adula posto più ad oriente nel paese dei Grigioni. Gli altri due gran fiumi d’Europa, il Danubio ed il Po, scendono dalla stessa catena delle Alpi, ma distanti un di qua, un di là del San Gottardo; e la loro origine va a perdersi sicuramente ne’ grandi ammassi di ghiaccio che regnano tutt’al lungo dell’anzidetta catena.

«Da quanto abbiam potuto osservare, tutta l’interiore massa di questi gran monti alpini è di pietra dura vitrificabile, che non ha ordine e stratificazione alcuna regolare; e questa pietra è un bel granito. Perciò è che quei monti alti del mezzo deggiono reputarsi originarî (se di tali pur ve n’hanno di coetanei alla prima formazione della terra; perocché non mancano argomenti di crederli essi pure figli dell’acqua o del fuoco, partoriti in alcuna delle grandi convulsioni che deve aver sofferto ne’ primi remotissimi tempi il nostro globo) o primarî almeno; a differenza delle montagne secondarie di pietra calcare, di arenaria, di breccia e di altre che hanno troppo chiari indizî di una formazione posteriore, fattasi successivamente, o per sedimento delle acque, o pel corso delle medesime, che ha ammassati qua e là materiali, scavato valli d’attorno, ecc. Solamente al piede di codeste Alpi, e nei pezzi di monte quasi esteriori alla gran catena, applicati, dirò così, alle falde de’ più eminenti, si trovano degli strati calcari, argillosi, e, inoltrandosi un po’ più, delle montagne di schisto che ha sparso delle vene di quarzo. Ma come si giunge ad internarsi molto, scorgesi che il vero nucleo di quell’aggregato di monti è tutto quanto granitoso. Un pezzo prima dell’ultima gran salita, che comincia sopra Airolo (qui solamente, a dritta di questa terra, trovasi, a gran meraviglia, una cava di pietra da calce) e, superata quella, per tutto il deserto sassoso colassù a San Gottardo, e quindi pure scendendo fin sotto Orsera un lungo tratto,