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24 | il volta alpinista |
studioso». Ma noi vedremo a momenti quante e belle osservazioni geologiche abbia saputo fare quel grande ingegno.
La partenza pel viaggio ebbe luogo a cavallo da Como il giorno 3 settembre1, e, prima di lasciare la patria, il Volta ebbe cura di iniziare in riva al lago le osservazioni barometriche. Le quali proseguì poi, co’ suoi compagni, con la più scrupolosa esattezza, fino al lago di Lucerna, ove la comitiva giunse ai 10 dello stesso mese. Narra il relatore: «Si portavano i barometri con noi a cavallo, e si faceva una stazione ogni tre ore circa, talvolta anche più spesso, per porli in esperienza. Questi barometri che
- ↑ Zanino Volta (op. cit.), servendosi del giornale manoscritto, così narra l’inizio del viaggio: “Il giorno 3 di settembre alle ore 20 1/2 partiva da Como col conte Gio. Battista Giovio, letterato egregio, dirigendosi a Capolago. Là si misero in barca, ma un vento furiosissimo li costrinse a volgere alla riva per ritornare a piedi in detto borgo, dove passarono la notte. Il dì susseguente, malgrado il lago fosse tuttavia agitato, l’attraversarono in due ore e un quarto, sbarcando quindi a Lugano; dove unitisi all’abate Francesco Venini, naturalista di vaglia, matematico e poeta, e al conte Francesco Visconti, amante anch’egli di scienze naturali, s’avviarono a ore 19 alla volta di Bellinzona per arrivarvi all’una di notte. La mattina del 5, a cavallo, si portarono a Giornico in 6 ore; la stessa sera a Dezio. La sera appresso giungevano ad Airolo, sotto al San Gottardo e assunsero la guida che aveva giù scortato il celebre Saussure„.
Questa guida chiamavasi Giovanni Lombardo, conosceva assai bene, e ne faceva raccolta e spaccio, i minerali, specialmente i quarzi, per la qual cosa veniva soprannominato il Cristalladaro o cristalliere, antichissima professione ricordata financo da Plinio (XXXVII, 10). Del Lombardo parla anche il Gualandris nelle sue Lettere odeporiche, pag. 43 (Venezia 1780).
Il De Saussure poi aveva una particolare affezione per questa guida eccellente, la quale — allo stesso modo che si onorano i primi alpinisti — deve essere ricordata con riconoscenza come una delle prime guide delle Alpi, accanto ai Balmat e compagni. L’autore dei Voyages dans les Alpes la conobbe ad Airolo nel 1775 e se ne servi largamente: ritornando in quel paese solo otto anni dopo, ne apprese con vivo dispiacere la morte. Non posso esimermi dal riportare la bella pagina ove narra il decesso del Lombardo. “.... En retournant à Ayrolo, en 1783, j’eus le chagrin d’apprendre sa mort. Il avoit terminé sa carrière d’une manière assez extraordinaire. Comme il ne possédoit point de prairies, il alloit, avec ses enfants, ramasser du foin dans ces prairies élevées qui n’ont point de maitre, et dont on abandonne la récolte aux pauvres gens, qui hasardent leur vie pour aller la recueillir. Un jour, après avoir arrangé les fardeaux que devoient porter ses enfants, il leur dit de partir les premiers sans l’attendre, parce que la nuit alloit venir, et qu’il vouloit qu’ils pussent passer de jour le mauvais pas qu’ils avoient à franchir. Ils arrivèrent à leur chaumière, persuadés qu’il ne tarderoit pas à les suivres; mais il ne vint point. Ses enfants inquiets, craignant qu’il ne fut tombé dans un précipice, se mirent en marche avant jour, pour aller le chercher; ils le retrouvèrent dans la même prairie où ils l’avoient laissé, dans l’attitude d’un homme qui sommeille, étendu sur le dos, les mains jointes sur la poitrine; il dormoit effectivement, mais de ce sommeil dont on ne se réveille jamais. Une vie laborieuse et sage terminée par une mort si douce et dans une attitude qui sembloit indiquer, qu’en expirant de foiblesse, il avoit adressé au Ciel ses derniers regards et ses dernières pensées, avoit imprimé dans son village une sorte de respect pour sa mémoire. J’allai témoigner mes regrets à sa pauvre famille, et sa veuve me remit une petite collection de crystaux et de pierres les plus remarquables, qu’il mettoit à part, à mesure qu’il les trouvoit, et qu’il me réservoit pour le temps où je reviendrois à Ayrolo„. (Voyages, etc., tomo VII, pag. 17; ediz. in-8° 1796).