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II.
Il primo viaggio del Volta fu, come notai, nella Svizzera, nell’Alsazia e nella Savoia. Egli lo compiè durante le vacanze autunnali del 1777, avendo ottenuto dal Governo di Vienna, oltre al permesso, un sussidio di cinquanta zecchini, mercè i buoni ufficî del conte Carlo Giuseppe di Firmian, allora ministro plenipotenziario dell’Impero in Lombardia1. A compagni di viaggio ebbe tre distinti amici: il conte Giambattista Giovio, che fece con lui
- ↑ Delle pratiche eseguite dal Volta per ottenere di far questo viaggio ci informa minutamente il nipote Zanino nel suo libro intorno alla giovinezza del grande fisico. (Avv. Zanino Volta: Alessandro Volta, studio; parte prima, Biografia; libro primo, Della Giovinezza (Milano, tip. Civelli, 1873), unica parte finora pubblicata.
Fin dall’autunno 1775 — scrive il biografo — aveva risoluto il Volta di fare un viaggio scientifico, ne tratta anzi a quell’epoca (in lettera 18 settembre a Donna Teresa Ciceri) come di cosa imminente; ma il concorso e la nomina alla cattedra di Fisica in Como sconcertava il disegno. Un anno dopo vi ripensò e volle interessarne il conte Firmian, avvertendolo con lettera 30 marzo 1777 d’aver “già mossa qualche pietra per vedere di ciò ottenere„, ossia d’intraprendere un giro di pochi mesi in Toscana o nella Svizzera, appena finite le scuole. Le pietre a smuovere le avea cercate avvedutamente colà dove si puote ciò che si vuole; ce lo dicono le risposte che gli pervennero da Vienna da parte del conte Luigi Batthiani (15 maggio 1777) e del barone Giuseppe Sperges (28 luglio). Questi, a cui s’affidavano alte incombenze circa la pubblica istruzione, estimatore e corrispondente del giovane comasco fin dalle prime di lui produzioni scientifiche, gli concedeva tutto il suo appoggio presso la Corte. Egli, che lo aveva fatto conoscere alle Accademie tedesche di scienze, al principe Carlo di Lorena, e chi sa a quanti altri personaggi elevati, lo favorì anche nel disegno del viaggio, approvando che visitasse la Svizzera, dove i dotti abbondano — gli scrive — mentre scarseggiano a Vienna, città delle frivolezze. Quivi si era pur fatto raccomandare al ministro Kaunitz dal governatore Firmian, cui ricordava i sussidi forniti l’anno precedente per lo stesso scopo a Moscati e Landriani (aprile?). Ripicchia il tasto in altra del 10 successivo giugno al conte medesimo, nella quale, dopo aver discorso di molt’altre cose di rilievo relativamente alle fatte scoperte ed alle lusinghiere testimonianze di onore ottenute d’ogni parte, gli domanda, in vista di tutto ciò, l’interposizione dei buoni suoi uffici a Vienna perchè possa aver luogo il desiderato viaggio letterario. E d’immediato riscontro il Governatore: “Fa V. S. Ill.ma cogli studi suoi, e colla novità dei tentativi nella fisica sperimentale, onore a sè ed alla scuola affidatale; il che procura lode presso il pubblico e gradimento presso il Governo„. Questa era un’implicita promessa; infatti gli riscriveva alla metà di luglio: “Applaudite da S. A. il signor Principe di Kaunitz le produzioni letterarie di V. S. Ill.ma, contemplato il vantaggio scientifico che Ella potrebbe ritrarre da qualche
M. Cermenati: Il Volta Alpinista — 2 |