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il volta alpinista | 15 |
luto riposare questo dopo pranzo, ed ho rimandati i cavalli. Domattina di buonissima ora partirò con carrozza accordata qui fino a Losanna, distante ancora vent’ore; onde mi conviene impiegarvi due forti giornate. Ma almeno passerò più bei paesi, il Basso Vallese e tutta la parte superiore del Lago di Ginevra, di cui vedrò il principio a Villeneuve, ov’è l’imboccatura del Rodano; la spesa è fortissima più di quello che mi figurava; vanno i luigi come scudi; due per i cavalli da Domo d’Ossola a qui, senza la mancia al condottiere; due per la carrozza da qui a Losanna, ecc. Insomma; per arrivare a Ginevra ci andranno venti zecchini almeno. Scrivetemi a Ginevra, purchè sia prima dei 22 giacche ai 27 o 28 potrei partire di là. Addio. Salutate tutti».
Intorno al viaggio a Parigi del 1801 scrisse un interessante volume il nipote Zanino, desumendone le notizie dalle numerose carte di famiglia e dal giornale di viaggio redatto dal chimico Luigi Brugnatelli, che accompagnò il collega1.
La parte che riguarda il valico delle Alpi, ossia il tratto di viaggio da Como a Ginevra, durato undici giorni, è così narrata dal diligente ed affettuoso biografo. I viaggiatori (Volta e Brugnatelli, accompagnati dalla moglie e dal fratello del primo) partirono da Como il 1 settembre, diretti a Varese. «Quivi trovarono l’amico Dandolo, che fu loro quanto mai cortese; e tutti insieme pranzarono all’albergo: dopo di che il vecchio don Luigi (il fratello) colla signora tornarono sui propri passi. Alle sei della mattina seguente i due amici procedevano verso Laveno. Passati in barca ad Intra e continuando il viaggio sul lago, omisero pel tempo cattivo, di visitare le meritamente vantate isole. A Mergozzo la notte. Il terzo giorno cinque o sei ore di cammino a cavallo lungo la vallata d’Ossola. Tirati da sei bravi muli — racconta il Volta in una sua famigliare in data 15 settembre — partivano il quarto giorno da Domodossola per l’alpestre e terribile gola della Diveria fino al villaggio chiamato Sempione, con otto ore di viaggio. Attraversano a quando a quando dei ponti rozzamente costrutti di tronchi d’alberi collegati; e vedono Varzo, indi si fa cupa la valle e macigni enormi le pendono minacciosi sui fianchi, ma la ravvivano spesso rumoreggianti cascate. Il 5 salivano il Sempione, dimentichi del freddo, per ammirare le pittoresche bellezze di quei monti, ingemmati qua e là di ghiacciai, altrove aperti da orribili abissi. Pochi anni avanti su
- ↑ Alessandro Volta a Parigi; studio cronistorico dell’avv. Zanino Volta, con documenti inediti e fac-simili (Milano, Francesco Vallardi, 1879). Il giornale di viaggio redatto dal Brugnatelli conservasi nella Biblioteca universitaria di Pavia.