solamente trottando un poco. Arrivato a Domo, tre ore dopo il mezzodì, vi restai il resto della giornata, ed alloggiai in casa di don Gennaro Bianchi, quello che fu già maestro di rettorica nel nostro ginnasio di Como: egli cogli altri suoi signori di casa mi obbligarono con mille polizie fecero per me l’accordo dei cavalli fino a Syon. Il giorno 5 di gran mattino intrapresi la salita della montagna, che comincia un’ora in là da Domo, e fatti due piccoli rinfreschi per istrada, arrivai due ore prima di notte a Sempione, piccolissimo villaggio in mezzo alle Alpi e ai casolari, dove trovai una passabile osteria. Il viaggio è di ore nove da cavallante; la salita è a luogo a luogo aspra molto, ma non pericolosa la strada, avendo attenzione; sicché non mi occorse quasi mai di dover scendere da cavallo: si passano bene dei bellissimi orridi (altro che l’orrido di Bellano, diceva sovente il mio Giuseppino). Quante volte a questo proposito abbiam desiderato che li vedesse il fratello Domenicano. Il giorno (3 appena giorno abbiam ripresa la salita, che dura ancora due ore e mezza sopra il villaggio di Sempione: arrivati al luogo più alto della strada, credereste? (ditelo pure al fratello menzionato) ci vedevamo attorniati d’altre montagne di sasso nudo qua e là coperte di neve, alte ancora come le più alte del Lago di Lecco. Non si sarebbe creduto d’essere noi medesimi sì alti, se osservato non si fosse, che le vallette di neve arrivavano quasi al nostro piano orizzontale. Ma ben la discesa, che vien dopo subito rapidissima e continuata per tre ore e mezzo fino a Briga, insegna a qual altezza ci trovavamo. L’insegna anche il freddo, il quale verso le nove della mattina, il tempo essendo placidissimo, era colassù di soli quattro gradi sopra la congelazione dell’acqua. Fuori di quel sito e del villaggio Sempione, ove la mattina stessa e innanzi era sette gradi, nel resto della salita e della discesa abbiam sofferto sempre caldo, sì che in alcune ore eravamo arrostiti dal sole; a Briga, grosso villaggio, ove passa il Rodano proveniente per un’altra valle dal Monte Forca sopra il San Gottardo, finisce la gran discesa e la strada seguendo sempre tal fiume è bella e carrozzabile; ma carrozze non ve ne sono, se non si fanno venire a posta. Continuammo dunque, dopo aver pranzato a Briga, il nostro viaggio a cavallo fino ad un villaggio chiamato Tortman distante cinque ore, ove trovai bella e buona osteria. Oggi, finalmente, giorno 7 facemmo di mattina le altre sei ore, che ci restavano fino a Syon per una strada più bella ancora della precedente. Stanco dal lungo cavalcare, e della rapidissima discesa a Briga, che ieri mattina feci quasi tutta a piedi, ho vo-