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delitto che vanno a commettere. Dopo che vi ritiraste, tutto mutò; prepararci per assalirvi!
— Vengano, disse don Antonio, li riceverò. Ma voi perchè non li accompagnate? Non sapete che don Antonio de Mariz perdona un fallo, ma non una disubbidienza?
— Accetteremo di buon grado, disse l’avventuriere che parlava in nome de’ suoi camerati, il castigo che ci imporrete. Comandate e obbediremo. Siamo quattro contro venti e più; dateci il castigo di morire difendendovi, di riparare colla nostra morte un istante di traviamento!... È la grazia che vi chiediamo!
Don Antonio guardò maravigliato gli uomini che stavano prostrati a’ suoi piedi; e riconobbe in essi il resto de’ suoi antichi compagni d’arme, nel tempo che il vecchio fidalgo combatteva i nemici del Portogallo.
Si sentì commosso; la sua anima grande, imperterrita nel mezzo del pericolo, orgogliosa al cospetto della minaccia, lasciavasi dominar facilmente dai sensi nobili e generosi.
Quella prova di fedeltà che davano que’ quattro uomini nell’occasione della rivolta generale de’ loro compagni; quell’azione che allora compivano, quel sacrifizio con cui desideravano espiare il loro fallo, li elevò nello spirito del fidalgo.
— Alzatevi. Vi riconosco!... Già più non siete i traditori che poc’anzi redarguii: siete i bravi commilitoni che pugnaste al mio fianco; quello che