Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/56


— 54 —

Ma Pery avea un udito sì sottile e delicato, che facea senza della vista; l’alito della respirazione gli servì di mira; ascoltò un momento, alzò il braccio, e il pugnale immergendosi nella bocca della vittima le recise la strozza.

Neppur un gemito proruppe da quella massa inerte, che si contorse un momento e poscia rovinò contro il muro.

Pery raccolse l’arco, che avea appoggiato alla parete, e volgendosi per gettare uno sguardo verso la stanza di Cecilia trasalì.

Vide traverso la soglia della porta il vivo riflesso di una luce; e subito dopo sopra le frondi dell’oleo un chiaro indicante che la finestra era aperta.

Alzò le braccia disperatamente, e fra un’angoscia ineffabile; stava a due passi dalla sua signora, e frattanto un muro e una porta lo separavano da lei, che forse in quell’istante correva un pericolo imminente.

Che dovea fare? Precipitarsi contro quella porta, romperla, fracassarla? Ma quella luce poteva anche non significar nulla, e la finestra essere stata aperta da Cecilia.

Quest’ultimo pensiero lo tranquillò, tanto più che nulla rivelava la presenza d’un pericolo; tutto essendo cheto nel giardino e nella stanza della fanciulla.

Corse alla capanna, e assicurandosi alle foglie del palmizio fu d’un balzo sul ramo dell’oleo, e avvicinossi per vedere ciò che la sua signora faceva aquell’ora svegliata.