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— Parlate; che volete ch’io faccia?
— Un giuramento; ma un giuramento sacro, terribile.
— Quale? Dite!
— Oggi questa donna mi apparterrà; frattanto se per qualche accidente io dovessi morire, voglio che...
Lo sconosciuto esitò:
— Voglio che nessun uomo possa amarla, che nessun uomo possa godere la felicità suprema che può dare.
— Ma in qual modo?
— Uccidendola!
Ruy si sentì correre un brivido per l’ossa.
— Uccidendola, acciocchè la medesima sepoltura riceva i nostri due corpi; non so perdio, ma sembrami che quantunque cadavere il contatto di questa donna debba apportarmi un godimento supremo.
— Loredano!... sclamò il suo compagno come preso da orrore.
— Siate mio amico, e sarete mio erede! disse Loredano afferrandolo convulsivamente pel braccio. È la mia condizione; se ricusate, un altro accetterà quel tesoro immenso che rigettate!
L’avventuriere era in lotta con due sentimenti contrari; ma l’ambizione violenta, cieca, delirante, soffocò il debole grido della coscienza.
— Giurate? dimandò Loredano.
— Giuro!... rispose Ruy colla voce nella strozza.
— Avanti dunque!