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il suo corpo piegossi, cedendo al ritraimento violento dell’albero, che tornava al luogo segnatogli dalla natura.

Lotta terribile, spaventosa, folle, insensata: lotta della vita contro la materia, dell’uomo contro la terra, della forza contro l’immobilità.

Vi ebbe un momento di riposo, in cui l’uomo, raccogliendo tutta la sua possa, appuntossi di nuovo contro l’albero; l’impeto fu terribile, e parve che il corpo fosse per infrangersi in quella tensione formidabile.

Ambedue, albero e uomo, libraronsi sul seno delle acque; il fusto oscillò; le radici si divisero dalla terra già soccavata profondamente dalla corrente.

La vetta della palma, chinandosi dolcemente, strisciò a fior d’acqua come un nido di cigno, o una di quelle isole fluttuanti formate dalle piante acquatiche1.

Pery stava di nuovo seduto presso alla sua signora quasi svenuta; e prendendola fra le braccia, le disse con un accento di felicità suprema:

  1. Della possibilità e verosimiglianza del fatto, in cui traducemmo la tradizione indigena, facendo riparar Pery con Cecilia sull’occhio di una palma, solo può dubitare chi non vide quegli alberi delle foreste brasiliane, specialmente quando nelle piene i fiumi li svelgono dalle rive, e via li portano sul loro dorso.