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suo spirito rivoltavasi a una tale idea, e non sapeva comprendere che la vita della sua signora dovesse essere come quella di un semplice mortale.

— No! sclamò egli. Tu non puoi morire.

La fanciulla sorrise dolcemente.

— Guarda! diss’ella con voce soave. L’acqua sale, sale...

— Che importa! Pery vincerà l’acqua, come vinse tutti i tuoi nemici.

— Se fosse un nemico, tu lo vinceresti, Pery, ma è Dio... È il suo potere infinito!

— Nol sai? disse l’Indiano come inspirato dal suo amore ardente: il Signore del cielo manda talvolta a coloro che ama un buon pensiero!

E l’Indiano alzò gli occhi con un’espressione ineffabile di riconoscenza.

Parlò in tuono solenne:

«Fu un tempo, ben lontano da quello che siamo adesso. Le acque caddero e cominciarono a coprire tutta la terra. Gli uomini salirono sulle vette dei monti; un solo restò nel piano colla sua sposa. Era Tamandarè1, forte tra i forti: era più savio di tutti. Il Signore gli parlava di notte, e il giorno egli insegnava ai figli della tribù quello che apprendeva dal cielo.

  1. È il nome del Noè indigeno. La tradizione recava che nell’occasione del diluvio egli si salvò sull’occhio d’una palma, e poscia popolò la terra. La leggenda di Pery è un’imitazione.