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Pery voltossi.
— Vuoi tu andar per terra, signora?
— No: sto qui sì bene! Non mi vi recasti tu?
— Sì; ma...
— Che cosa?
— Nulla; puoi dormir senza tema!
Avea riflettuto che fra due pericoli il meglio era eleggere il più rimoto; quello che ancora era lontano e fors’anco non poteva sopravvenire.
Perciò risolse di non dir nulla a Cecilia, e di serbarsi attento e vigilante per salvarla, se quanto egli temea si avverasse.
Pery avea lottato colla tigre, cogli uomini, con una tribù di selvaggi, col veleno; e avea vinto. Era giunta l’occasione di lottare cogli elementi; aspettò colla stessa fiducia calma e impassibile, pronto ad accettare il combattimento.
Si fece notte.
L’orizzonte, sempre nero e chiuso, illuminavasi talvolta di un lampeggiar fosforescente, come gli occhi dell’hirara nel mezzo delle tenebre; un sordo tremito parea scorrere per le viscere della terra, e facea ondulare la superficie delle acque, come il seno di una vela gonfiata dal vento.
Frattanto ogni cosa era queto d’intorno; le stelle trapuntavano l’azzurro del cielo; le aurette aleggiavano tra le frondi degli alberi; i dolci mormorii della solitudine cantavano l’inno della notte.
Cecilia si addormentò nella sua culla, mormorando una preghiera.