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Cecilia, dopo di averla guardata, si volse sorridendo:

— Fui io che la sciolsi!

— Tu, signora? Perchè?

— Perchè non ne abbiamo più di bisogno.

Fissando allora sul suo amico i begli occhi azzurri, disse con quella voce grave e riposata, che rivela un pensiero ben ponderato e una risoluzione irrevocabile:

— Pery non può vivere allato a sua sorella nella città dei Bianchi? Sua sorella rimane con lui nel deserto, nel mezzo delle foreste.

Era questa l’idea che poc’anzi tumultuava nel suo spirito, e per cui avea invocato la grazia divina.

Non fu senza qualche sforzo, che ella riuscì a dominare i primi timori che l’assaltarono, quando guardò in faccia a quell’esistenza lontana dalla società, nella solitudine, nell’isolamento.

Ma qual’era il laccio, che la teneva avvinta a quel mondo incivilito? Non era ella in certo modo figlia di quelle campagne, creata di quell’aere puro e libero, di quelle acque cristalline?

La città apparivale soltanto come un ricordo della prima infanzia, come un sogno della cuna; avea lasciato il Rio de Janeiro a cinque anni, nè più l’avea riveduto.

I campi al contrario avean per essa altre reminiscenze ben più vive e presenti; il fiore della sua giovinezza era stata vivificato da quelle aure; la gemma si era schiusa ai raggi di quello splendido sole.