Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 128 — |
bre della sera già si stendevano sul letto del Parahyba, s’accorse che era tempo di partire, e si dispose a continuare il viaggio.
Nell’atto che metteasi all’opera, Cecilia gli corse incontro, e gli si pose in faccia, in modo da impedirgli la vista del fiume.
— Non sai, diss’ella sorridendo, che ho una cosa a chiederti?
Questa parola bastava a far sì, che Pery altro più non vedesse che gli occhi e le labbra della sua signora, in atto di dirgli ciò che bramasse.
— Desidero che raccolga molto cotone per me, e mi rechi una pelle d’un qualche animale.
— Perchè? dimandò l’Indiano maravigliato. Che vuoi farne?
— Del cotone filerò un vestito; della pelle tu coprirai i miei piedi.
Pery sempre più attonito ascoltava la sua signora, senza comprenderla.
— Così, disse la fanciulla sorridendo, permetterai che t’accompagni; gli spini più non mi offenderanno.
L’Indiano era rimasto immobile per lo stupore; ma d’improvviso mandò un grido, e stava per lanciarsi nel fiume.
Cecilia alzandogli la mano al petto, lo rattenne.
— Attendi!
— Guarda! rispose l’Indiano inquieto, accennando al fiume.
La piroga abbandonato il cespuglio, cui era stata legata, movevasi in balìa delle acque, e girando sopra di sè spariva portata dalla corrente.