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Pery la vide allontanarsi, e sempre tenendola d’occhio continuò a preparare la verga, che dovea servirgli di arco, e le canne silvestri, a cui il suo braccio avrebbe impresso il volo dell’aquila.

La fanciulla colla faccia sostenuta nella palma della mano, e gli occhi fissi nella corrente del fiume, meditava; di quando in quando chiudeva le palpebre; agitava impercettibilmente le labbra: in quei momenti pareva che conversasse con qualche spirito invisibile.

Talora un dolce sorriso le oscillava sulle labbra e svaniva subito, come se il pensiero che veniva a posarvisi tornasse a nascondersi nel fondo del cuore, d’onde era partito.

Alla fine levò la fronte con quel piglio da regina, che talvolta s’improntava nel biondo suo capo, cui solo mancava il diadema; la sua fisonomia mostrò un’espressione di fermezza, che ricordava il carattere di don Antonio de Mariz.

Avea preso una risoluzione salda, immutabile; e si accingeva a mandarla ad effetto con quella stessa forza di volontà, con quel coraggio che avea redato da suo padre, e che dormiva nel fondo del suo animo, per rivelarsi nei casi estremi.

Alzò gli occhi al cielo, e chiese a Dio il perdono per un fallo, e al tempo stesso un conforto per la buona azione che andava a praticare: la sua orazione fu breve, ma ardente e piena di fervore.

In quest’intervallo Pery vedendo che le om-