Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/252


— 110 —

nella sua devozione sublime un conforto al dolore e uno stimolo per trionfare d’ogni ostacolo.

Erano queste le emozioni che lo vincevano, anche dopo vinte; egli si accorse che i suoi muscoli d’acciaio, schiavi sommessi al suo menomo desiderio, si allentavano come la corda dell’arco dopo il combattimento.

Pensò che la sua signora avea bisogno di lui, e che dovea giovarsi di quei momenti in cui essa riposava, per chiedere al sonno nuovo vigore e nuove forze.

Guadagnò il mezzo del fiume, e scegliendo un luogo, ove non giungeva neppur un ramo d’albero di quei che cresceano lungo la riva, legò la piroga alle alghe che galleggiavano a fior d’acqua.

Tutto era queto; la terra giaceva alla distanza di molte braccia; perciò la sua signora poteva dormir senza pericolo sopra quel mobile campo, sotto l’azzurra volta del firmamento; le onde la dondolerebbero nella sua cuna, le stelle veglierebbero sopra il suo sonno.

Scevro d’inquietudine, Pery accostò il capo alla sponda della piroga: un momento appresso le sue palpebre intorpidite si chiusero poco a poco; il suo ultimo sguardo, quello sguardo vago e incerto che aleggia sulla pupilla già mezzo addormentata, vide disegnarsi nell’ombra una forma candida e graziosa, che si chinava dolcemente sopra di lui.

Non era un sogno quella vaga visione. Cecilia,