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della comparsa imprevista di Pery, che si disegnava nella sua immaginazione.

Perchè interrogava così i giorni che avea vissuti nel paradiso della felicità? Perchè il suo spirito facea ritorno al passato, e procurava di legare insieme tutti quei fatti, cui nella trascurata ingenuità dei primi anni avea dato sì poco valore?

Essa stessa non saprebbe spiegare le emozioni che provava; la sua anima innocente e ignara erasi illuminata d’una subita rivelazione; nuovi orizzonti aprivansi ai casti sogni de’ suoi pensieri.

Ritornando al passato, maravigliavasi della sua esistenza, rimaneva abbagliata, come l’occhio che apresi d’improvviso al chiarore del giorno dopo un sonno profondo; non si conosceva più in quell’immagine d’altra volta, in quella fanciulla tanto gaia e folleggiale.

Tutta la sua vita era cangiata; la sventura avea operato quella repentina rivoluzione, e un altro sentimento, ancora confuso, stava forse per completare quella metamorfosi misteriosa della donna.

All’intorno di lei tutto si risentiva di quella mutazione; i colori prendeano toni armoniosi, l’aria profumi inebbrianti, la luce riflessi soavi, che i suoi sensi non conoscevano.

Un fiore, che per l’innanzi altro non era per lei che una vaga forma, pareale adesso una creatura che sentisse e palpitasse; i zeffiri che altra volta passavano come un semplice alito delle