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Trovato che ebbe quanto desiderava, l’Indiano avviossi alla porta.
— Ove vai? disse Cecilia, che avea osservati tutti i suoi movimenti.
— Pery ritorna, signora.
— E perchè ci lasci?
— Perchè fa di bisogno.
— Almeno ritorna subito. Non dobbiam morir tutti insieme, della medesima morte?
L’Indiano abbrividì.
— No; Pery morirà, ma tu hai da vivere, signora.
— Perchè vivere, dopo aver perduti tutti i propri amici?...
Cecilia, che a certi momenti si sentiva vacillar il capo e chiuder gli occhi, e come in preda ad un sonno invincibile, si lasciò cadere contro lo schienale della seggiola.
— No!... Piuttosto morir come Isabella! mormorò la fanciulla già intorpidita dal sonno.
Un mezzo sorriso venne a posarsi sulle sue labbra semiaperte, d’onde esalava un respiro dolce, blando e uguale.
Pery in sulle prime si accorò di quel sonno repentino, che non gli parve naturale, e del subitaneo pallore che coprì i lineamenti di Cecilia.
I suoi occhi caddero sulla tazza che stava sul tavolino; accostò alle labbra alcune goccie del liquido rimasto in fondo, e le assaggiò: non potè accorgersi di quello che contenevano; ma fu contento di non aver trovato quello di che avea preso sospetto.