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quelle due anime sorelle, confondendosi in una sola, volarono al cielo e ripararono in seno del Creatore.
Quei globi di fumo e di profumi condensavansi ognora più, e avvolgeano come in un lenzuolo quel gruppo originale, non possibile a descriversi.
Verso le due della sera, la porta della camera scossa da un urto violento si aperse; e un turbine di fumo lanciossi da quell’apertura, e quasi soffocò le persone ivi presenti.
Queste erano Cecilia e Pery.
La fanciulla, inquieta per la lunga assenza di sua cugina, seppe da Pery che era nella sua camera; ma l’Indiano ascondea parte del vero, e non diceva in che luogo avesse riposto il corpo di Alvaro.
Ben due volte Cecilia era venuta fino alla porta, avea teso l’orecchio senza nulla udire; alla fine determinossi a battere, a chiamare Isabella, ma non n’ebbe risposta.
Chiamò Pery e gli narrò quanto accadeva; l’Indiano indovinò all’istante quello che era avvenuto, e perciò mise le spalle contro la porta e l’aperse.
Quando la corrente d’aria ebbe scacciato il fumo dalla camera, Cecilia potè entrare e vedere la scena che abbiamo descritta.
La fanciulla retrocesse, e rispettando quel mistero di un amor profondo fè un gesto a Pery e ritirossi.