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Poco dopo l’uscita di Cecilia, la giovane si alzò, percorse automaticamente la casa, e vedendo da lungi Pery, si avvicinò a lui e lo toccò sulla spalla.
L’Indiano e la giovane si nimicavano l’un l’altro fin dal primo dì che si erano visti; in Isabella era l’avversione per una razza che l’abbassava a’ suoi propri occhi; in Pery era quella ripugnanza naturale, che prova l’uomo all’aspetto di coloro che riconosce suoi nemici.
Perciò Pery, vedendo Isabella da fianco, rimase sommamente maravigliato, sovratutto quando si avvide del gesto supplichevole fatto dalla giovane, come se attendesse da lui una grazia.
— Pery!...
L’Indiano si sentì commosso all’aspetto di tanta sofferenza, e per la prima volta in sua vita diresse la parola a Isabella.
— Hai bisogno di Pery? diss’egli.
— Venni per chiederti un servizio. Non mel negherai, m’immagino; balbettò la giovane.
— Parla: se è cosa che Pery possa fare, egli non te la negherà.
— Mel prometti dunque? sclamò Isabella, i cui occhi brillarono d’un’espressione di allegrezza.
— Sì, Pery te lo promette.
— Vieni!
Dicendo quella parola, la giovane fece un gesto all’Indiano, e avviossi accompagnata da lui alla sala, che ancora stava deserta come prima.