Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 58 — |
per la prima volta; e gli albori del mattino sorsero ad impallidire le ombre della notte.
Poco a poco il dì venne spuntando; l’aurora disegnossi sull’orizzonte, tingendo le nuvole di tutti i colori del prisma.
Il primo raggio di sole, spigliandosi da quei tenui e diafani vapori, guizzò per l’azzurro del cielo, e andò ad indorare le vette dei monti.
L’astro del giorno comparve, e torrenti di luce inondarono la foresta, natante come in un mar di oro tempestato di brillanti, che scintillavano in ciascuna delle goccie di rugiada sospese alle foglie degli alberi.
Gli abitatori della casa, svegliatisi, contemplavano quel magnifico spettacolo del nascere del giorno, che dopo tante tribolazioni e tante angustie parea loro interamente nuovo.
Una notte di quiete e tranquillità li avea come restituiti alla vita; giammai quei verdi campi, quel fiume puro e limpido, quegli alberi fiorenti, quegli aperti orizzonti eransi mostrati a’ loro occhi sì vaghi, sì ridenti come in quel mattino.
La ragione si è che il piacere e il dolore abbisognano di contrasto; in lotta perpetua e continua si crogiolano l’un l’altro e si purificano; sol chi conobbe la sventura può gustare la vera felicità.
Cecilia colla freschezza mattutina erasi ravvivata come un fiore del campo; le sue guancie si colorarono di nuovo, come se un raggio di sole baciandole avesse impresso sopra di loro