Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/194


— 52 —

il cinturino custode dell’itinerario, mandò fuori un ruggito di collera e di rabbia impotente; i suoi occhi s’iniettarono di sangue, e le sue membra, contraendosi, si lacerarono contro le corde che lo tenevano saldo al palco.

Era orribile a vedersi in quel momento; il suo aspetto avea l’espressione brutale e feroce di un idrofobo; le sue labbra erano sozze di bava, e sibilavano come quelle d’un serpente; i suoi denti minacciavano da lungi i suoi carnefici, come le canne del jaguar.

Gli avventurieri si ridevano della disperazione del frate, e di quel furto del prezioso tesoro, e divertivansi in accrescergli il supplizio, col dire che appena liberi dagli Aimorè farebbero una spedizione alle miniere d’argento.

La rabbia di Loredano raddoppiò, quando l’avventuriere che gli aveva tratto il cinturino se le passò ai propri lombi, e gli disse scherzosamente:

— Ben lo sapete il proverbio: — Uno leva la lepre e l’altro la piglia.