Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/19


— 17 —

Dipoi un sorriso si posò sul suo volto grazioso, come se l’anima durante il sonno degli occhi venisse a trastullarsi sulle sue labbra semiaperte.

L’Indiano udendo le parole di Cecilia, si accorse di avere per la prima volta cagionato un’afflizione reale alla sua signora.

— Tu non comprendesti Pery, signora. Pery ti chiese che lo lasciassi nella vita in cui nacque; perchè ha bisogno di questa vita per servirti.

— Come?... Non ti capisco!

— Pery, selvaggio, è il primo de’ suoi: solo ha una legge, una religione; quella della sua signora. Pery, cristiano, sarebbe l’ultimo de’ tuoi; sarebbe uno schiavo, e non potrebbe difenderli.

— Uno schiavo! No! Sarai un amico. Te lo giuro! sclamò la fanciulla con vivacità.

L’Indiano sorrise:

— Se Pery fosse cristiano, e un uomo volesse offenderli, egli non potrebbe ammazzarlo, perchè il tuo Dio comanda che l’uomo non uccida l’uomo. Pery, selvaggio, non rispetta alcuno; chiunque offende la sua signora è suo nemico, e muore!

Cecilia, pallida di emozione, guardò l’Indiano, maravigliata non tanto di quella sublime devozione, quanto di quel ragionamento; essa ignorava la conversazione avvenuta la sera fra lui e il cavaliere.

— Pery ti disubbidì solo per tuo bene; ove tu non corressi alcun pericolo, egli verrebbe a inginocchiarsi a’ tuoi piedi, e bacerebbe la croce che tu gli donasti. Non tenergli più il broncio!