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eroismo, so che andate incontro ad una morte certa, inevitabile.

La voce di Isabella si fece balbettante:

— Chi sa... se più ci vedremo in questo mondo!

— Isabella!... disse il giovane nell’atto che volle lanciarsi fuori della sala, per togliersi alla commozione che s’impadroniva di lui.

— Prometteste di concedermi la grazia che io vi chieggo.

— Quale?

— Avanti di partire, avanti di dirmi addio per sempre...

La giovane fissò sul cavaliere uno sguardo che fascinava.

— Parlate!... Parlate!...

— Avanti di separarci, lasciatemi, ve ne supplico, un vostro ricordo!... Ma un ricordo che rimanga ben fisso nella mia anima!

E la fanciulla cadde in ginocchio appiè di Alvaro, ascondendo il suo volto, che il pudore in lotta colla passione coprì d’un brillante carminio.

Alvaro la rialzò confusa, vergognosa per quello che avea fatto, e applicando le labbra all’orecchio di lei proferì, o, per meglio dire, mormorò una frase.

Il sembiante d’Isabella si rasserenò; un’aureola di felicità le cinse la fronte; il suo seno dilatossi, e respirò con quell’ebbrezza ch’è propria d’un cuore felice.