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colle guancie irrorate di lagrime, col seno anelante, colla voce piena d’angoscia, gli chiese di salvar Pery.
Don Antonio de Mariz, prima che sua figlia gli facesse questa dimanda, già avea pensato a chiamare i suoi fedeli compagni, e seguito da loro correre contro il nemico e liberar l’Indiano dalla morte certa e inevitabile cui andava incontro.
Ma il fidalgo era uomo d’una lealtà e generosità a tutta prova; sapea che quell’impresa era d’un rischio immenso, e non volea obbligare i suoi compagni a partecipare ad un sacrifizio, che egli solo avrebbe fatto di buon grado per l’amistà che portava a Pery.
Gli avventurieri, che si erano dedicati con tanta costanza alla salvezza della sua famiglia, non aveano le stesse ragioni per mettersi in pericolo della vita a causa d’un uomo che non apparteneva alla loro religione, e che non avea con loro il menomo vincolo di comunità.
Don Antonio de Mariz, perplesso, irresoluto fra l’amicizia e il suo scrupolo generoso, non seppe che rispondere a sua figlia; cercò di consolarla, dolente di non poter soddisfare subito alla sua volontà.
Alvaro che contemplava questa scena dolorosa a qualche distanza, nel mezzo degli avventurieri fedeli e devoti cui comandava, fece di repente una risoluzione.
Il suo cuore era straziato vedendo che Cecilia