Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/157


— 15 —

canto selvaggio, un canto guerriero degli Aimorè, mischiossi coll’armonia sinistra di quegli strumenti aspri e rimbombanti.

L’Indiana giacente vicino all’albero trasalì; e alzandosi rapidamente, accennò al prigioniero la foresta e lo supplicò di fuggire.

Pery sorrise come la prima volta; prendendo per mano la fanciulla, se la fece sedere da canto, e trasse dal collo la croce d’oro avuta in dono da Cecilia.

Allora cominciò tra lui e la selvaggia una conversazione a cenni, di cui sarebbe difficile dar un’idea.

Pery diceva alla fanciulla che le dava quella croce come una sua memoria, ma che solo allorquando fosse morto dovea levargliela dal collo.

La selvaggia intese o giudicò di intendere ciò che Pery si studiava di esprimere simbolicamente, e gli baciò le mani in segno di riconoscenza.

Il prigioniero l’obbligò a rifare di nuovo i lacci che già lo stringevano, e che ella, nel suo generoso impulso di restituirlo alla libertà, avea disfatto.

In quel momento quattro guerrieri aimorè avviaronsi all’albero, ove si trovava Pery, e assicurando le estremità della corda lo condussero al campo, ove tutto già era preparato pel sacrifizio.

L’Indiano rizzossi e camminò col passo fermo e la fronte alta dinanzi ai quattro nemici, che non si accorsero dell’occhiata rapida, che in quel