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sinistri degl’inimici, che colle armi alzate minacciavano la preziosa vita di coloro che più amava nel mondo.

Vide Cecilia supplicante, non verso lui, ma verso l’inimico feroce e sanguinario, presto a contaminarla coll’impure sue mani; vide il bello e nobil capo del vecchio fidalgo rotolar mutilato co’ suoi bianchi capelli bruttati di sangue.

L’Indiano inorridito a queste immagini lugubri, che gli pingea la sua delirante fantasia, si strinse il capo fra le mani, come per liberarlo da quella febbre.

— Pery!... balbettava Cecilia; la tua signora te ne supplica!...

— Morremo tutti insieme, amico, quando sarà il momento; dicea don Antonio de Mariz.

Pery alzò il capo e gettò sopra la fanciulla e il fidalgo uno sguardo pieno di fuoco:

— No!... sclamò egli.

Cecilia rizzossi con un moto quasi istantaneo; pallida, piena d’ira e d’indignazione, la gentile e graziosa fanciulla d’altra volta si era di repente trasformata in una regina imperiosa.

La sua bella e candida fronte risplendea d’un enfasi solenne; i suoi occhi azzurri vestironsi di quegli aurei riflessi che illuminano le nuvole nel mezzo della tempesta; i suoi labbri tremoli e lievemente inarcati pareano rattenere la parola, per lasciarla prorompere più libera e più veemente.

Piegando il suo biondo capo sulla spalla sini-