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— Tu lo vuoi!
— Sì, lo voglio; nulla è accaduto; siamo le stesse, colla differenza, aggiunse Cecilia arrossendo, che d’or innanzi non devi aver secreti per me.
— Secreti! Ne aveva uno che già ti è noto! mormorò Isabella,
— Perchè l’indovinai! Non è così che voglio; preferisco udirli dalla tua bocca; voglio consolarti quando sarai tutta addolorata come adesso, e rider teco quando sarai contenta. Non è così?
— Oh! giammai! Non mi chiedere una cosa impossibile, Cecilia! Tu ne sai di soverchio, non obbligarmi a morire di vergogna a’ tuoi piedi.
E perchè ciò ti cagionerebbe vergogna? E se tu mi ami, non puoi anche amare un’altra persona!
Isabella nascose il volto fra le mani, per occultare il rossore che diffondeasi sulle sue guancie; Cecilia un po’ commossa guardava sua cugina, e comprendea in quel momento perchè ella stessa arrossiva al vedere gli occhi di Alvaro affisarsi ne’ suoi.
— Cecilia, disse Isabella facendo uno sforzo supremo; non illudermi, cugina mia; tu sei buona, tu mi ami, e non vuoi contristarmi; ma non adirarti della mia fralezza. Se sapessi come soffro!
— Non t’illudo, già tel dissi; non desidero che soffra, e meno ancora per causa mia; intendi?