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rinvenire l’oggetto di cui andava in cerca, e che neppur sapea qual si fosse.

Tagliò un ramo di uno di quegli alberi, che per la loro proprietà i coloni chiamarono candela1; lo accese, e cominciò a discendere con questa facella.

Fu soltanto in quell’istante che Cecilia, astratta ne’ suoi pensieri, vide rimpetto alla finestra l’Indiano che scendeva al basso.

La fanciulla rammaricossi; la presenza dell’Indiano le ricordò d’improvviso ciò che era seguito il mattino; era un’affezione di più perduta.

Due lacci spezzati al tempo stesso, due affetti sfrondati l’uno appo l’altro, noverano poca cosa; due lacrime le bagnarono le guancie, come se ciascuna fosse versata dalle corde del cuore che cessavano di vibrare.

— Pery!...

L’Indiano alzò gli occhi verso di lei.

— Tu piangi, signora? diss’egli trasalendo.

La fanciulla sorrise; ma d’un sorriso che straziavale l’anima.

— Non piangere, signora! disse l’Indiano supplichevole; Pery va a renderti ciò che desideri.

  1. Vi ha un albero mezzano chiamato ibiriba, che gl’Indiani riducono in fili e poi in fascetti, di cui, accesi, si servono per pescare e andar di notte; e ancorchè sia verde e tagliato di fresco, prende fuoco come una resina. Il vento non lo spegne. In casa gl’Indiani si servono delle scheggie di questo legno a guisa di candele.