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per la foresta; tutti i malanni più singolari, possibili o immaginabili, eransi presentati come di proposito sul suo cammino.
Or era un alveare di vespe che istizziva col cappello, e che faceagli battere un’onorata ritirata e dar di gambe a tutta furia; altra volta era alcuno di quei rettili di coda lunga, che, calpesto, arroncigliavasi improvvisamente, e poscia gli s’attorceva alle gambe dandogli una stretta terribile.
E tutto ciò senza parlare delle ortiche, degli spini, delle percosse di capo e delle cadute, che faceano rinnegare le stelle al degno scudiero, e maledire la selvatichezza d’una tal terra, che stava venti volte al di sotto dei dumi e delle grillaie della sua patria.
Ecco perchè Ayres Gomes non volea lasciarsi fuggir l’Indiano, causa di tutte le tribolazioni patite; ma sventuratamente Pery non era dello stesso parere.
— Appartati, già tel dissi! sclamò Pery cominciando a indispettirsi.
— Abbi la santa pazienza, delizia dell’anima mia! Affè di Ayres Gomes non è possibile; e tu ben sai che quando io dico che non è possibile, è come se la nostra madre Chiesa... Che diavolo stava per dire?... Ah che chiamai senza volerlo la madre Chiesa del diavolo! Grande eresia! Chi si pone a cianciar di santi con questa genìa di pagani... Cianciar di santi!... Vergine santissima! Sono incapace! Chiuditi, bocca! Chiuditi per sempre!