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L’intervento di Alvaro, per la cui generosità Loredano ebbe salva la vita, frastornò interamente questo disegno; ignorando il motivo perchè Pery minacciasse l’avventuriere, e giudicando che fosse unicamente per punirlo dell’attentato commesso perfidamente contro di lui, il cavaliere, cui ripugnava togliere la vita a un uomo senza necessità, si tenne pago del giuramento e della certezza che lascerebbe la casa.
In questo intervallo Pery rifletteva al modo di far volgere le cose alla condizione di prima; ma si accorse che non ci riuscirebbe.
Alvaro avea ricevuto da don Antonio de Mariz tutti i principii di quell’antica lealtà cavalleresca del secolo XV, che il vecchio fidalgo conservava come il miglior legato de’ suoi avi; il giovane modellava tutte le sue azioni, tutti i suoi pensieri secondo quel tipo dei baroni portoghesi, che aveano combattuto in Aljubarrota al fianco di Mestre de Aviz, il re cavaliere.
Pery conosceva il carattere del giovane; e sapeva che dopo aver concesso la vita a Loredano, ancorchè lo disprezzasse, non consentirebbe che in sua presenza gli fosse torto un capello; e se fosse bisognato, avrebbe tratto anche la spada per difendere quest’uomo, che avea attentato alla sua vita.
E l’Indiano rispettava Alvaro, non per cagion sua, ma per riguardo di Cecilia amata dal giovane; sapea che una sua disgrazia affliggerebbe la signora; e ciò bastava a rendergli sacra la