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il suo avversario sotto quella pressione violenta, e l’obbligava a inginocchiarsi.
Loredano, livido, col volto contratto e gli occhi grandemente dilatati, tenea fra le irte mani la carabina ancora fumante.
L’Indiano gliela strappò, la gettò da lato, e traendo il suo lungo pugnale, alzò il braccio e accingeasi a immerger il ferro nel cranio dell’avventuriere.
Ma Alvaro, che già si era fatto innanzi, parò il colpo: dipoi stese la mano all’Indiano:
— Lascia questo sciagurato, Pery!
— No!
— La vita di quest’uomo mi appartiene; trasse sopra di me; tocca a me a trarre sopra di lui.
Alvaro al tempo stesso che dicea queste parole, armava la carabina, e ne accostava la bocca al mezzo della fronte di Loredano.
— State per morire. Fate la vostra orazione.
Pery abbassò il pugnale, retrocesse d’un passo e aspettò.
Loredano non rispose; la sua orazione fu una bestemmia orribile e satanica; i palpiti violenti del cuore battevano contro la pergamena che recava in seno, e ricordavangli il suo tesoro, che stava forse per cader nelle mani di Alvaro, e dare a lui quella ricchezza, di cui egli non potea godere.
Frattanto nella bassezza di quell’anima eravi ancora una certa alterezza, o orgoglio del delitto; non supplicò, non disse una parola; sen-