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CAPITOLO VI.
IL CAVALIERE.
Alvaro udì un sibilo acuto.
La palla, quasi sfiorando l’ala rimboccata del suo cappello di feltro, recise la punta della penna scarlatta, che formava come una spirale sopra le sue spalle.
Il giovane si volse calmo, sereno, impassibile; neppur un muscolo del suo volto si mosse; appena un sorriso di sovrano disprezzo sollevò il labbro superiore, ombreggiato da due baffi neri.
Lo spettacolo che gli s’appresentò, gli causò una meraviglia singolare; non si attendeva per certo di vedere quanto avveniva a dieci passi di distanza.
Pery, mostrando nei movimenti tutta la forza muscolare della sua tempra d’acciaio, posta la mano sinistra alla nuca dell’avventuriere, curvava