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CAPITOLO V.


NOBILTA’ E VILLANIA.

È tempo di continuare il racconto, interrotto per la necessità di far noti alcuni fatti anteriori al momento in cui siamo.

Ritorniamo quindi al luogo ove si trovava Loredano co’ suoi compagni, atterriti dall’inaspettata esclamazione che risuonò in mezzo a loro.

I due complici, superstiziosi com’erano le persone volgari a que’ dì, attribuivano il fatto ad una causa soprannaturale, e scorgevano in esso un’ammonizione del cielo.

Ma Loredano non era uomo da cedere a tali debolezze; avea udito una voce; e quella voce, ancorchè cavernosa, sotterranea, dovea essere di un uomo.

Quale sarà mai? Quella di don Antonio de Mariz? Sarebbe di alcuno degli avventurieri?