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credere che la natura le creò con un sorriso, per vivere di polline e di miele, e per splendere nell’aria come i fiori sulla terra e le stelle nel cielo.
Quando Cecilia fu sazia di mirarli, li prese ad uno ad uno, li baciò, li riposò sul suo seno, e si dolse di non essere un fiore bello e profumato per farsi baciare e lasciarseli svolazzare intorno.
Pery la guardava, ed era felice; per la prima volta, da che le avea salva la vita, avea saputo fare una cosa, che traeva un sorriso di piacere sui labbri della signora.
Frattanto, non ostante la felicità che provava internamente, era facil vedere che l’Indiano era malinconico; accostossi a don Antonio de Mariz, e gli disse:
— Pery sta per partire.
— Ah! disse il fidalgo, ritorni alla tua terra?
— Sì: Pery torna alla terra che copre le ossa di Arare.
Don Antonio colmò l’Indiano di presenti, dati in suo nome e in nome di sua figliuola.
— Chiedetegli perchè parte e ci lascia, padre mio? disse Cecilia.
Il fidalgo tradusse la dimanda.
— Perchè la signora non ha bisogno di Pery: e Pery deve accompagnare sua madre e i suoi fratelli.
— E se il masso torna di nuovo a minacciare la signora, chi la difenderà? dimandò la fanciulla sorridendo e facendo allusione alle parole dell’Indiano.