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zura che ascondeva una tal scena, si udì un grido vibrante, una parola di lingua straniera:
— Yâra1!
Don Antonio rizzossi, e volgendo intorno rapidamente lo sguardo, scôrse sopra un’altura che dominava il luogo ov’era Cecilia, uno spettacolo singolare.
In piè, fortemente appoggiato sopra uno stretto spazio formato dalla roccia, un selvaggio, coperto da una leggiera tunica di cotone2, mettea l’omero ad un macigno che si schiantava dal suo alveolo, e minacciava di rotolar giù per la china.
L’Indiano faceva uno sforzo supremo per sostenere quel peso già prossimo a schiacciarlo; e col braccio teso di rimpetto a un ramo di albero mantenea, per mezzo di una violenta tensione di muscoli, l’equilibiro del corpo.
L’albero vacillava e già parea che macigno e persona rotolassero a basso, e si precipitassero ambedue sopra la fanciulla seduta alla falda della roccia.
Cecilia, udito quel grido, avea levato il capo, e guardava suo padre con meraviglia, senz’addarsi del pericolo che la minacciava.
Vedere, lanciarsi verso sua figlia, prenderla nelle braccia, strapparla alla morte, fu per don