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— Donna Isabella!
La fanciulla si tolse le mani dal viso; avea le guancie inondate di lagrime.
— Perchè piangete? domandò Alvaro maravigliato.
— Non mel chiedete! Nol so...
— Ascondetemi tutto! Lasciatemi nello stesso dubbio! Che mi faceste mai? Ditelo!
— Volete saperlo? dimandò la giovane con certo impeto.
— Ve ne supplico già da tanto tempo!
Alvaro avea afferrate le mani della giovane e cogli occhi fissi in quelli di lei attendeva finalmente una risposta.
Isabella era bianca come la tela del suo vestito; sentiva la pressione delle mani del giovane nelle sue, l’alito del suo petto lambirle il viso.
— Mi perdonerete?
— Sì! Ma perchè?
— Perchè...
Isabella pronunciò questa parola in preda ad una specie di delirio; una subita rivoluzione erasi operata in tutto il suo organismo.
L’amor intenso, veemente, che dormiva nel fondo della sua anima; quella passione occulta, compressa, soggiogata dalla volontà, si risvegliava, e spezzando le catene che la teneano avvinta, sorgeva potente, indomabile, irresistibile.
Il semplice contatto delle mani del giovane avea occasionato in lei quella rivoluzione; la fanciulla timida stava per trasformarsi nella donna