Pagina:Alencar - Il guarany, II, 1864.djvu/128


— 128 —

— Donna Isabella!

La fanciulla si tolse le mani dal viso; avea le guancie inondate di lagrime.

— Perchè piangete? domandò Alvaro maravigliato.

— Non mel chiedete! Nol so...

— Ascondetemi tutto! Lasciatemi nello stesso dubbio! Che mi faceste mai? Ditelo!

— Volete saperlo? dimandò la giovane con certo impeto.

— Ve ne supplico già da tanto tempo!

Alvaro avea afferrate le mani della giovane e cogli occhi fissi in quelli di lei attendeva finalmente una risposta.

Isabella era bianca come la tela del suo vestito; sentiva la pressione delle mani del giovane nelle sue, l’alito del suo petto lambirle il viso.

— Mi perdonerete?

— Sì! Ma perchè?

— Perchè...

Isabella pronunciò questa parola in preda ad una specie di delirio; una subita rivoluzione erasi operata in tutto il suo organismo.

L’amor intenso, veemente, che dormiva nel fondo della sua anima; quella passione occulta, compressa, soggiogata dalla volontà, si risvegliava, e spezzando le catene che la teneano avvinta, sorgeva potente, indomabile, irresistibile.

Il semplice contatto delle mani del giovane avea occasionato in lei quella rivoluzione; la fanciulla timida stava per trasformarsi nella donna