Pagina:Alencar - Il guarany, II, 1864.djvu/106


— 106 —

— Come! avete ancora in animo di licenziarlo! sclamò ella.

— È necessario; te lo dissi.

— Sì; ma pensate che poi risolverete in contrario.

— Impossibile!

— Che male fa egli qui?

— Sai quanto lo stimo; quando dico che è impossibile, devi credermi.

— Non andate in collera!...

— Quindi non ti opponi?

Cecilia si tacque.

— Se tu nol vuoi assolutamente, nol faccio; ma tua madre soffrirà, ed io pure perchè le promisi.

— No; la vostra parola prima di tutto, padre mio.

Pery comparve sulla porta della sala; una vaga inquietudine si sparse sul suo volto quando videsi in mezzo della famiglia radunata.

La sua attitudine era rispettosa, ma il portamento serbava quell’alterezza innata che è propria delle tempre privilegiate; i suoi grandi occhi neri e limpidi percorsero la stanza e si fissarono sulla fisonomia venerabile del cavaliere.

Cecilia, prevedendo quel che sarebbe per accadere erasi nascosta dietro suo fratello don Diego.

— Pery, sei persuaso che don Antono de Mariz è tuo amico? dimandò il fidalgo.

— Lo sei, quanto un uomo bianco può esserlo d’un uomo di colore.