Pagina:Alencar - Il guarany, I-II, 1864.djvu/85


— 67 —

della finestra, e guardò la capanna che ergevasi sulla punta della roccia, ed era deserta e solitaria.

Sentivasi il cuore chiuso all’idea di essere stata per uno scherzo causa della morte di quell’amico devoto, che aveale salva la vita, e che arrischiava tuttodì la sua unicamente per farla sorridere.

Tutto in quella camera le parlava di lui; i suoi uccelli, i suoi due amici che dormivano, uno nel suo nido e l’altro sopra il tappeto; le penne che servivanle di ornamento, le pelli degli animali che i suoi piè premevano, il profumo soave di belzuino che ella respirava; tutto era venuto dall’Indiano, che, come un poeta o un artista, pareva creare attorno di lei un piccolo tempio delle cose più eccellenti della natura brasiliana.

Rimase così a guardar buona pezza dalla finestra: in quel momento neppur si ricordava di Alvaro; il giovane ed elegante cavaliere, tanto gentile, tanto timido, che arrossiva avanti di lei, com’ella avanti di lui.

D’improvviso la fanciulla trasalì.

Alla luce delle stelle vide passare una forma d’uomo, che riconobbe alla bianchezza della tunica di cotone, e alle forme svelte del suo corpo; quando entrò nella capanna, non le restò più il minimo dubbio.

Era Pery.

Si sentì alleggerita da un gran peso: e potè allora abbandonarsi al piacere di esaminare uno per uno, con tutta l’attenzione, i begli oggetti che avea ricevuti, e che le causarono un vivo piacere.