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Quanto alla famiglia, teneasi questa nel corso della settimana sempre ritirata nell’interno della casa; la domenica era consacrata al riposo, alla distrazione e all’allegria; allora seguiva qualche sollazzo straordinario, come un passeggio, una partita di caccia o un barcheggio sul fiume.
Da ciò si capisce la ragione perchè Alvaro avesse tanto desiderio, come dicea Loredano, di arrivare al Paquequer in giorno di sabbato, e prima delle sei; il giovane sognava la buona ventura di quei corti istanti di contemplazione, e la libertà della domenica, che forse gli fornirebbe l’occasione di arrischiare una parola.
Formatosi il crocchio della famiglia, la conversazione appiccossi tra don Antonio de Mariz, Alvaro e donna Lauriana; Diego si teneva un poco appartato; le fanciulle, timide, ascoltavano, e quasi mai osavano pronunciare una parola senza esserne richieste direttamente, il che accadeva ben di rado.
Alvaro, desioso di udire la voce dolce e argentina di Cecilia, di cui avea gran voglia pel lungo tempo passato senza sentirla, studiò un pretesto che la chiamasse alla conversazione.
— Dimenticava di contarvi, signor don Antonio, diss’egli giovandosi d’una pausa, uno degli accidenti del nostro viaggio.
— Quale? Sentiamo; rispose il fidalgo.
— A un quattro leghe di qui incontrammo Pery.
— Alla buon’ora! disse Cecilia; sono due giorni che non abbiamo nuove di lui.